TAC sotto accusa i rischi nascosti per la salute

Negli ultimi anni, la TAC si è affermata come uno degli strumenti diagnostici più utilizzati in ambito medico. Questo perché consente di ottenere immagini estremamente dettagliate e ad alta risoluzione degli organi interni, risultando così fondamentale nella valutazione di traumi, nella diagnosi di sospetti tumori, nelle indagini su problematiche neurologiche o in presenza di dolori di origine sconosciuta.

Che cos’è una TAC

La TAC, come accennato, è una procedura diagnostica che sfrutta i raggi X combinati con un sofisticato sistema informatico per generare immagini tridimensionali del corpo umano. A differenza della radiografia tradizionale, la TAC permette di visualizzare il corpo “a strati”, offrendo una rappresentazione molto più accurata e dettagliata delle strutture interne.

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Questa tecnologia consente ai medici di individuare anche lesioni di piccole dimensioni che potrebbero sfuggire ad altri esami. Tuttavia, esiste un aspetto critico da considerare: l’utilizzo dei raggi X, che sono radiazioni ionizzanti potenzialmente dannose, soprattutto se l’esposizione è elevata o ripetuta nel tempo.

Le radiazioni ionizzanti, infatti, possono provocare danni alle cellule e al DNA, aumentando il rischio di mutazioni genetiche. Un uso eccessivo di questa metodica può quindi incrementare la probabilità di sviluppare patologie gravi, tra cui alcuni tipi di tumore.

Quante radiazioni assorbe il nostro corpo con la TAC

È fondamentale comprendere come funziona la TAC per essere consapevoli dei potenziali rischi. Non tutti sanno che una singola TAC può esporre il corpo umano a una quantità di radiazioni anche decine o centinaia di volte superiore rispetto a una radiografia tradizionale. Ad esempio, una radiografia del torace comporta un’esposizione di circa 0,1 mSv.

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Al contrario, una TAC del torace può arrivare fino a 7 mSv, mentre una TAC addominale completa può superare i 15 mSv. Secondo numerosi studi, un’esposizione cumulativa superiore ai 100 mSv è associata a un aumento significativo del rischio di sviluppare un tumore nel corso della vita.

In generale, un singolo esame non comporta rischi immediati per la salute; il vero problema si presenta quando la TAC viene ripetuta frequentemente nell’arco dell’anno. Purtroppo, in alcuni casi, si assiste a un utilizzo eccessivo di questo esame, anche in assenza di reali necessità cliniche, motivo per cui è importante prestare attenzione e valutare sempre la reale utilità della procedura.

Quali sono i rischi reali?

In Italia si eseguono ogni anno oltre 10 milioni di TAC, ma si stima che almeno un esame su tre non sia realmente indispensabile. Talvolta sono i pazienti stessi a richiedere la TAC per maggiore tranquillità, mentre in altri casi sono i medici a prescriverla per precauzione o per consuetudine, anche in assenza di sintomi o segnali clinici specifici.

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Gli effetti delle radiazioni ionizzanti non si manifestano immediatamente, ma l’esposizione ripetuta nel tempo può danneggiare il materiale genetico delle cellule, aumentando così il rischio di sviluppare tumori come leucemie, tumori della tiroide, del cervello o dei polmoni.

I soggetti più vulnerabili sono i bambini e gli adolescenti, poiché il loro organismo è più sensibile alle radiazioni e la loro aspettativa di vita più lunga incrementa il periodo in cui eventuali danni possono manifestarsi. Anche i pazienti oncologici, spesso sottoposti a numerose TAC per monitorare la malattia, e le persone affette da patologie croniche sono categorie particolarmente a rischio.

Quando è opportuno fare una tac

È importante ricordare che la TAC dovrebbe essere prescritta con criterio, solo dopo aver valutato la possibilità di ricorrere a esami meno invasivi, come radiografie, risonanze magnetiche (che non utilizzano radiazioni ionizzanti) o altre indagini diagnostiche. In molti casi, una visita clinica accurata può essere sufficiente per orientare la diagnosi.

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La TAC rimane comunque uno strumento diagnostico insostituibile in numerose situazioni, soprattutto quando rappresenta l’unico esame in grado di fornire informazioni precise e fondamentali per una diagnosi corretta e per un trattamento tempestivo.

In ogni caso, è fondamentale che il paziente sia informato e consapevole: è sempre consigliabile chiedere al proprio medico se la TAC sia davvero necessaria e valutare insieme eventuali alternative. In caso di necessità di esami ripetuti, è opportuno informarsi sulla possibilità di utilizzare schermi protettivi o tecnologie a bassa dose, per ridurre l’esposizione complessiva alle radiazioni.

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