Dopo essermi presentato, mi hanno raccontato che hanno dato vita al laboratorio nel 2001, esattamente 20 anni fa, dopo aver decorato insieme, ma da dipendenti di un altro laboratorio ceramico, 1.000.000 di mattonelle in 6 anni.
Mi trovo ad Ariano Irpino per ammirare da vicino “gli oggetti solari”, ovvero quei cocci ceramici rinvenuti nelle spelonche delle “Ruagnare” che mostrano l’antica sapienza dei “Pitanari”, cioè degli “invetriatori” ariani.
La millenaria maiolica d’arte di Ariano, è una rappresentazione cromoplastica del gusto italico, dell’astrusità etrusca, della costruzione normanna, dell’incanto arabo e della rifinitura faentina.
All’uscita dal “Museo”, ho dato un’occhiata alle vetrine, notando alcune anfore finemente istoriate, poi ho mangiato un boccone in un piccolo ristorante, servito in splendidi piatti policromi; sia le une che gli altri, erano marcati “MAIOLICART” e mi hanno colpito per la loro capacità di esprimere l’intera storia della tradizione ceramica arianese.
Mi sono quindi recato al laboratorio “MAIOLICART”, e vi ho “trovato” due artiste delle quali “anche la luce dei loro occhi, cade dal cielo”: Sonia ed Elisabetta.
Dopo essermi presentato, mi hanno raccontato che hanno dato vita al laboratorio nel 2001, esattamente 20 anni fa, dopo aver decorato insieme, ma da dipendenti di un altro laboratorio ceramico, 1.000.000 di mattonelle in 6 anni.
Sonia è il “dettaglio”, Elisabetta è “l’insieme”, Sonia è la memoria dell’arte ceramica arianese della parte “normanna” e “faentina”, Elisabetta di quella “etrusca” ed “araba”. Non a caso sono stati individuate per un lavoro monumentale di allestimento di un’opera pubblica che al momento è ancora in embrione.
In quella vorticosa galassia di smalti lucenti color ocra, blu cobalto, ruggine, cipria e verde, ciò che conquista maggiormente il cuore, sono proprio loro, la loro anima, la loro trasparenza e la concezione pura che hanno dell’Arte, del Lavoro, dell’Amicizia, dell’Amore e della Famiglia.